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Questa Cmap, creata con IHMC CmapTools, contiene informazioni relative a: Il papato e lo scisma del 1054, il successore di Leone IX, Niccolò II, nel sinodo di Roma del 1059 propose tre importanti riforme che andavano in direzione contraria rispetto alla volontà imperiale, si erano generate profonde differenze dottrinali come nel caso della questione della natura di Cristo, per i bizantini subordinata a quella di Dio, per i papi romani equiparata ad essa, l'influenza delle idee di riforma elaborate dal monastero di Cluny dopo una nuova caduta di prestigio seguita alla rivalità delle famiglie aristocratiche romane che aveva generato una situazione di grave scandalo, con l'elezione di ben tre papi in lotta tra loro, si erano generate profonde differenze dottrinali come nel caso della iconoclastia abbracciata dalla Chiesa d'Oriente, una nuova caduta di prestigio seguita alla rivalità delle famiglie aristocratiche romane che aveva generato una situazione di grave scandalo, con l'elezione di ben tre papi in lotta tra loro anche perché l'imperatore Corrado II era stato a lungo troppo impegnato a mantenere la centralità del proprio potere per dedicarsi a curare i problemi del papato, simpatia per le idee cluniacensi dell'imperatore Enrico III, successore di Corrado II che favorì l'elezione di papi cluniacensi o vivini alle idee di riforma cluniacensi, il Decretum in eletione papae che affidava l'elezione papale ai soli cardinali, estromettendo il popolo, controllato dalle famiglie aristocratiche, e lo stesso imperatore, favorì l'elezione di papi cluniacensi o vivini alle idee di riforma cluniacensi quali Clemente II, favorì l'elezione di papi cluniacensi o vivini alle idee di riforma cluniacensi i quali avviarono un lento ma inesorabile processo di rinnovamento della Chiesa nella direzione di una maggiore preparazione e moralità delle gerarchie ecclesiastiche, favorì l'elezione di papi cluniacensi o vivini alle idee di riforma cluniacensi quali Leone IX, nel 1054, in seguito alla questione del primato del papa di Roma sulla Chiesa universale, che i patriarchi orientali (e in particolare il patriarca di Costantinopoli Michele Cerulario) non volevano accettare rottura che rivela l'intento dei papi riformatori di rafforzare la propria autorità, l'influenza delle idee di riforma elaborate dal monastero di Cluny anche grazie alla simpatia per le idee cluniacensi dell'imperatore Enrico III, successore di Corrado II, rivela l'intento dei papi riformatori di rafforzare la propria autorità tanto che il successore di Leone IX, Niccolò II, nel sinodo di Roma del 1059 propose tre importanti riforme, la definitiva rottura della Chiesa cattolica con la Chiesa d'Oriente dopo che già a partire dall'VIII secolo i rapporti si erano fortemente incrinati, andavano in direzione contraria rispetto alla volontà imperiale che era quella di ripristinare un forte controllo sulla Chiesa, il successore di Leone IX, Niccolò II, nel sinodo di Roma del 1059 propose tre importanti riforme ovvero il divieto di ricevere l'investitura religiosa da un laico, il successore di Leone IX, Niccolò II, nel sinodo di Roma del 1059 propose tre importanti riforme ovvero la condanna del concubinato, già a partire dall'VIII secolo i rapporti si erano fortemente incrinati perché si erano generate profonde differenze dottrinali, già a partire dall'VIII secolo i rapporti si erano fortemente incrinati perché la Chiesa d'Oriente era rimasta subordinata al potere imperiale mentre nella Chiesa d'Occidente, in assenza di un potere politico forte, si era affermata la supremazia, anche politica, del papa, IL PAPATO NELLA PRIMA META' DELL'XI SECOLO dovette affrontare la definitiva rottura della Chiesa cattolica con la Chiesa d'Oriente