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Questa Cmap, creata con IHMC CmapTools, contiene informazioni relative a: Il Sacro romano impero 3, per Carlo era indispensabile che le sue ville, affidate a uomini di sua fiducia, gli iudices, fossero redditizie e ben amministrate, per essere sicuro che fosse versata correttamente la parte riservata al sovrano ecco perché venne emanato il Capitulare de villis, un'organizzazione politico - amministrativa che permise di mantenere un potere centrale forte fino alla morte dell'imperatore basata sul sistema franco dei benefici, L'IMPERO DI CARLO MAGNO stimolò una rinascita culturale, l'economia era prevalentemente agricola e non mercantile per cui le città erano poche e in decadenza, Carlo si rese conto della importanza della cultura per la nuova classe dirigente per cui raccolse attorno a sé le migliori menti del tempo perché si tornasse a diffondere la conoscenza, come i monaci Alcuino ed Eginardo, il sovrano aveva l'obbligo di ricompensare i più valorosi guerrieri che con il loro seguito lo affiancavano in battaglia con concessioni di terre da sfruttare, i benefici, che più avanti verranno chiamati feudi sistema da cui dopo la disgregazione dell'impero carolingio si affermò il feudalesimo, le città erano poche e in decadenza e il cuore produttivo dell'impero erano le ville o curtes, i latifondi lavorati da manodopera servile o semiservile, all'antico impero romano tuttavia erano profonde le differenze rispetto al passato, la Schola palatina che fornì un programma di istruzione superiore alle scuole che Carlo pretese nascessero in ogni sede vescovile, erano profonde le differenze rispetto al passato in quanto il baricentro dell'impero non era più il Mediterraneo ma l'Europa continentale, erano profonde le differenze rispetto al passato in quanto mancava una capillare ed efficiente burocrazia, erano profonde le differenze rispetto al passato in quanto le comunicazioni erano più lente e più difficili, L'IMPERO DI CARLO MAGNO si resse grazie a leggi uniche per tutto l'impero, i capitolari, Carlo concesse il controllo di ampie porzioni di territorio ad aristocratici di sua fiducia, i conti, che gli avevano prestato giuramento di fedeltà, l'omaggio, con il quale si dichiaravano suoi vassalli, con l'obbligo di appoggiarlo militarmente in guerra nascevano così le contee, nelle quali il conte godeva del diritto di tenere per sé una gran parte delle entrate ed esercitava in nome del sovrano il potere di banno, l'autorità militare e giurisdizionale, la concezione del potere era fortemente influenzata dalle tradizioni barbariche per cui lo stato, l'autorità suprema esercitata nel territorio, veniva considerato un bene patrimoniale, nei territori di confine le marche, unità amministrative più vaste delle contee, a capo delle quali erano i marchesi, che avevano maggiore autonomia rispetto ai conti (potevano intervenire militarmente anche senza rispettare la chiamata alle armi di Carlo, l'eribanno, se se ne presentava la necessità) tuttavia per evitare il rischio di un'eccessiva autonomia, Carlo inviava periodicamente nelle marche e nelle contee suoi funzionari diretti, i missi dominici, scelti tra i nobili di palazzo e i più fidati tra gli alti ecclesiastici, venne emanato il Capitulare de villis che è una fonte preziosa di informazioni sulle attività agricole del tempo, la concezione del potere era fortemente influenzata dalle tradizioni barbariche per cui l'esercito era formato da una cavalleria poco numerosa, formata da nobili raggruppati intorno alle casate principali, erano profonde le differenze rispetto al passato in quanto era assente un vero e proprio sistema fiscale, leggi uniche per tutto l'impero, i capitolari che conti e marchesi dovevano rispettare e far rispettare