Nascita dell’antropologia

Nel 1799 nasce la Società degli Osservatori dell’Uomo. Siamo in Francia, a Parigi e il fondatore dell’istituto è il professore di scienze naturali Louis-Francois Jauffret. Scopo del progetto era quello di dare vita a una nuova disciplina scientifica che avesse come oggetto lo studio comparato delle società e delle culture umane. Vediamone la genesi.

All’epoca, ad occuparsi della diversità culturale, erano stati principalmente la letteratura esotica, resoconti di viaggio da parte di missionari, esploratori, mercanti, soldati, e la letteratura filosofica, Voltaire, Montaigne e gli altri philosophes, come sprezzamente li definiva Napoleone, gli idéologes dell’Illuminismo e della Rivoluzione Francese. Filone che diede vita al mito del selvaggio. L’uomo delle lande americane o africane assumeva in questo caso il ruolo di strumento ideologico, un termine di paragone che serviva ai filosofi francesi di criticare la società nella quale vivevano. Il testo considerato precursore della scienza antropologica per l’uso che fece del metodo comparativo è “Costumi dei selvaggi americani” di Lafitau (1724), un libro che tuttavia ha poco di scientifico dal momento che anche qui il confronto tra le culture indiane e quelle degli antichi serviva a Lafitau a dimostrare l’esistenza di una religione naturale.

L’antropologia dunque nasce a ridosso dell’illuminismo e all’interno di una specifica esigenza ideologica. Una volta rifiutata la religione e assunta la ragione come principio universale della morale e della convivenza tra gli uomini, nacque l’esigenza di una disciplina che studiasse l’uomo come essere naturale e sociale dotato di ragione. E’ in questo quadro che nasce la Società degli Osservatori dell’uomo, proprio per osservare l’uomo nella sua variabilità.

Con l’avvento di Napoleone e della Restaurazione lo sviluppo dell’antropologia come disciplina scientifica subì una lunga fase di arresto. Nel 1805 la Società fu costretta a chiudere  e durante tutto il secolo il discorso sul selvaggio assumerà le caratteristiche di un’ideologia celebrativa della società occidentale. E’ l’epoca in cui una delle teorie più diffuse era quella che va sotto il nome del degenerazionismo, secondo la quale il selvaggio era piuttosto la prova vivente della degenerazione a cui va incontro l’uomo senza la fede in Dio. Le teorie degenerazioniste poggiavano sulla convinzione che la storia dell’uomo fosse delimitata. La Chiesa d’Inghilterra aveva infatti ufficialmente indicato la data della creazione dell’uomo al 4004 a. C.

Quando nel 1859 viene pubblicata l'”Origine della Specie“, creazionismo ed evoluzionismo vennero a presentarsi come le due principali interpretazioni della storia naturale e della storia umana.

BIBLIOGRAFIA

  • 1724, Lafitau, Costumi dei selvaggi americani
  • 1821, de Maistre, Serate di Pietroburgo
  • 1859, Darwin, Origine della specie

LETTURE CONSIGLIATE

  • Anthony Padgen, La caduta dell’uomo naturale, Einaudi

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